Mais OGM, arriva la verità scientifica?

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Mais OGM, arriva la verità scientifica?

25-09-2012 – La polemica sulle conseguenze del consumo di prodotti a base di mais OGM sono scaturite da uno studio di alcuni ricercatori francesi realizzato nell’arco di due anni. La notizia sui risultati della ricerca che ha scatenato il putiferio e fatto rialzare la voce agli oppositori degli OGM è stata data in Francia da un articolo pubblicato sul quotidiano Nouvelle Observateur che di seguito si riporta nella traduzione fatta da Aio.it.  “Ricercatori francesi hanno studiato segretamente, per due anni, 200 ratti alimentati con mais OGM. Tumori, malattie gravi … un massacro…

Il 19 settembre è esplosa una vera e propria bomba. La rivista americana “Food and Chemical Toxicology” – un punto di riferimento in materia di tossicologia alimentare – ha pubblicato i risultati della sperimentazione condotta dal team francese di Gilles-Eric Seralini, professore di biologia molecolare presso l’Università di Caen. Un cluster bomb: scientifica, sanitaria, politica ed industriale. Di fatto polverizza una verità ufficiale: l’innocuità del mais geneticamente modificato. Anche a basse dosi, l’OGM studiato si è dimostrato molto tossico e spesso fatale ai ratti.

Tanto che, se fosse un farmaco, dovrebbe essere immediatamente sospeso in attesa di ulteriori indagini. Questo è lo stesso OGM che si trova sulle nostre tavole attraverso la carne, le uova o il latte, perché usato come mangime. Fino al 2011, i ricercatori hanno lavorato in condizioni di quasi-clandestinità. Hanno criptato i loro messaggi di posta elettronica come il Pentagono, si sono auto censurati tutte le conversazioni telefoniche e hanno lanciato una finta ricerca tanto temono un colpo violento dalle multinazionali delle sementi.

La storia dell’operazione – nome in codice In Vivo – racconta del difficile recupero di semi di mais OGM NK 603, di brevetto Monsanto, attraverso una scuola agraria in Canada. Poi la raccolta e l’arrivo di “grossi sacchi di juta” al porto di Le Havre alla fine del 2007, prima di selezionare, in totale segretezza, 200 topi da laboratorio chiamati “Sprague Dawley”.

Il bilancio? Agghiacciante: “dopo meno di un anno di menu differenziati a base di mais geneticamente modificati, spiega il professor Seralini, c’è stata una strage tra i nostri ratti, di cui non avrei mai immaginato la grandezza.”

Tutti i gruppi di ratti alimentati con mais OGM trattato o non trattato con l’erbicida Roundup, l’erbicida della Monsanto, o alimentati con acqua contenente basse dosi dell’erbicida presente nei campi OGM, sono stati colpiti da un moltitudine di malattie gravi nel 13° mese dell’esperimento. Nelle femmine, questo si è manifestato con un’esplosione a catena di tumori mammari che arrivano a diventare fino al 25% del loro peso. Nei maschi, sono stati gli organi depuratori, il fegato e i reni, che sono stati colpiti da anomalie marcate o severe. Con una frequenza di due a cinque volte superiori a quella riscontrata nei roditori alimentati con mais non-OGM.

Un confronto devastante: i ratti alimentati con mais OGM hanno sviluppato tumori due o tre volte più di ratti alimentati senza OGM, indipendentemente dal loro sesso. All’inizio del 24°mese, cioè alla fine della loro vita, dal 50% al 80% delle femmine alimentati con OGM sono state colpite contro solo il 30% di quelle cibate senza OGM. Cosa ancora più notevole: i tumori si sono verificati molto più velocemente nei ratti nutriti con OGM. Venti mesi prima nei maschi, tre mesi prima nelle femmine.

Per un animale che ha due anni di aspettativa di vita, la differenza è notevole. Per fare un confronto, un anno per un roditore è più o meno l’equivalente a 40 anni per un uomo. Forte di queste conclusioni Corinne Lepage, nel suo libro “La vérité sur les OGM, c’est notre affaire”, (La verità sugli OGM, è nel nostro interesse), edizioni Charles Léopold Mayer, si propone di esigere responsabilità da politici e esperti, agenzie sanitarie francesi ed europee e dalla Commissione di Bruxelles, che si sono così a lungo e con tutti i mezzi opposti al principio di un studio a lungo termine sugli effetti fisiologici degli OGM.

Questa battaglia, l’ex ministro dell’Ecologia e primo vicepresidente della commissione per l’ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare a Strasburgo, la conduce da quindici anni in seno al CRIIGEN (Comitato per la ricerca e informazione indipendente sull’ingegneria genetica) con Joel Spiroux e Gilles-Eric Seralini. Una semplice associazione 1901 che è riuscita a trovare il finanziamento per questa ricerca (3,2 milioni di euro) che né l’INRA, né il CNRS, né alcun ente pubblico aveva giudicato opportuno intraprendere.

I ratti alimentati con gli OGM avevano una mortalità di cinque volte superiore rispetto agli altri. In generale gli animali che hanno consumato OGM hanno riportato tumori alla mammella e danni gravi al fegato e ai reni. La speranza di vita di un ratto è di due anni, due anni e mezzo. Permettono di verificare con largo anticipo quello che potrà avvenire a un uomo. “Riteniamo che le sostanze analizzate – ha precisato il riceratore – siano tossiche anche per gli uomini. Diversi test che abbiamo effettuato su cellule umane vanno nella stessa direzione”. “Sono almeno quindici anni che gli OGM vengono commercializzati. E’ davvero un crimine che finora nessuna autorità sanitaria abbia imposto la realizzazione di studi di lunga durata”.

Mercoledì prossimo in Francia uscirà, edito da Flammarion, Tutti cavie (Tous cobayes), un libro nel quale Séralini illustra la sua ricerca. Ma soprattutto una sintesi dello studio sarà pubblicata nel prossimo numero di una prestigiosa rivista, Food and chemical Toxicology. I ricercatori di Caen non sono degli improvvisati. A livello dell’Unione europea solo due varietà transgeniche sono autorizzate per la coltivazione, il mais Mon 810, ancora di Monsanto, e la patata Amflora di Basf. Ma in realtà molti Paesi hanno applicato il divieto mediante una moratoria (fra quelli la Francia e anche l’Italia). Solo il Mon 810 è davvero coltivato nella Ue, anche se soprattutto in Spagna (l’80% della superficie totale). Altri 44 prodotti OGM sono stati autorizzati da Bruxelles per la commercializzazione, come il mais Nk 603, al centro dello studio. Sono importati e perlopiù utilizzati per alimentare il bestiame. Come ha spiegato al Nouvel Observateur Joel Spiroux, collaboratore di Séralini, «i bovini sono abbattuti troppo presto perché si possano riscontrare gli effetti negativi degli alimenti transgenici sul lungo periodo. La speranza di vita di questi animali è compresa fra i 15 e i 20 anni, ma ormai vengono abbattuti a cinque o tre anni, 18 mesi o anche in precedenza prima quindi che insorgano patologie». Intanto, intorno allo studio sta scoppiando un vero putiferio. Il Governo mangialumache ha già chiesto a Bruxelles “misure che potrebbero portare alla sospensione d’urgenza dell’autorizzazione a importare il mais Nk 603?

RIPUBBLICATO LO STUDIO precedentemente RITIRATO dell’equipe SERALINI: tossicità a lungo termine dell’ erbicida Roundup e tossicità del mais OGM resistente all’erbicida Roundup.

La ripubblicazione su Environmental Sciences Europe  della ricerca dell’equipe del prof. Seralini ripristina lo studio della letteratura “peer-reviewed” affinché possa essere consultata e “lavorata” anche da altri scienziati. Lo studio ha trovato gravi danni renali e al fegato, oltre a  disturbi ormonali, in ratti-cavia alimentati con il mais OGM, e bassi dosi (al di sotto di quelli consentiti dai parametri dell’UE nell’acqua potabile) di erbicida Roundup. Gli effetti tossici sono stati trovati nel mais OGM testato da solo, così pure come detto nel Roundup testato da solo, e anche insieme al mais. I risultati supplementari, inattesi, mostrano  tassi più alti di mortalità  e  tumori di grandi dimensioni, ciò nella maggior parte dei gruppi di trattamento rispetto ai gruppi di controllo. Lo studio è stato pubblicato per la prima volta su “Food and Chemical Toxicology” (FCT) nel settembre 2012 [1] ma è stato in seguito ritirato dal capo redattore nel novembre 2013 anche in seguito ad una sostenuta campagna di critica e diffamazione da parte di scienziati pro-OGM.[2] ora lo studio è stato ripubblicato dalla rivista scientifica “Environmental Sciences Europe”.

La versione ripubblicata contiene materiale nuovo in risposta alle critiche subite dalla pubblicazione originale. Sono stati pubblicati anche i dati grezzi che stanno alla base dei risultati dello studio – a differenza degli studi industriali del settore che sottendono le approvazioni del Roundup, i quali invece sono mantenuti segreti.

LINK: i riferimenti per far conoscere il documento riassuntivo sui transgenici www.enveurope.com/content/26/1/14

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