La “medicina della paura” propone oggi “la suina” e i vaccini restano una porta di entrata a virus “sospetti”
Che spavento! Questa è la reazione dei “non smaliziati” che apprendono da giornali e TV, gli articoli oggi sull’influenza suina, come ieri quella sull’aviaria (2005), SARS (2003), mucca pazza (2000), AIDS (1984), oltre alle “normali” influenze annuali, demonizzate come mortali.
Su queste ultime poi, troviamo sistematicamente affermazioni del tipo:”la pericolosità della prossima epidemia sarebbe tale da paragonarsi alla “spagnola” o addirittura ad alcune febbri emorragiche- come Ebola, anzi anche oggi, la RAI (TG3 28/4/09) diffonde la notizia che il virus suino “è parente” di quello della “spagnola”, che nel 1918-19 fece milioni di morti.
Tutto può accadere, soprattutto in tempi di guerra biologica e di laboratori dai quali ogni tanto “scappa” qualche virus costruito per uccidere, ma da qui a poter prevedere stragi bibliche ne corre e soprattutto senza nessun elemento che ne sostenga la dimostrazione, a meno che non sia appunto un alibi per incolpare ad esempio “gli animali”, di stati di debilitazione dovuti ai vari inquinamenti a cominciare dall’eccesso di farmaci oppure ad epidemie mortali provocate inquinando vaccini “comuni” come gli antinfluenzali, cosa che non è più una sola ipotesi, come leggerete di seguito. Ricordiamo ad esempio che non è mai stato dimostrato come “qualche centinaio” di morti siano stati dovuti all’aviaria, ma solo che questi avevano in circolazione anche quel virus, cosa ben diversa.
Ad esempio dal Corriere della Sera del 14.4.05 sappiamo che secondo l’OMS, l’azienda Meridian Bio Science Inc dell’Ohio (USA), ha liberamente distribuito per anni(?) a 3.747 laboratori pubblici e privati di 18 paesi, campioni del virus della influenza “asiatica”, che alla fine degli anni ’50 ha ucciso 4 milioni di persone.
In Italia risulta fornita solo la base americana a Vicenza. Vi risparmiamo la scusa fornita dalle “autorità” e ci chiediamo: cosa ci faranno i militari americani? E perché un virus custodito “in cassaforte” per 40 anni viene diffuso così facilmente? Fanno la guerra ai terroristi o li aiutano o sono “loro” i terroristi veri? Contaminano volutamente i vaccini per far entrare nuovi virus per questa via “innaturale, agevolata”, per cui il corpo non sa difendersi? Oppure presenta malesseri “strani” e quindi si “scopre” così una nuova malattia, che si combatte proprio con un farmaco antivirale carissimo, che “non vendevano”, oppure ancora sono quasi pronti con un vaccino (aviaria o suina), per difenderci da una malattia che diventa pericolosa solo se il virus è iniettato? Se “lanciano” un virus di per sé pericoloso ucciderebbe tutti, anche i suoi creatori, ma se questi non se lo fanno iniettare no…sempre che non ci sia debolezza costituzionale (fame), ma anche qui i “creatori” sono al sicuro… Infatti i morti ci siano solo in Messico e non negli USA… Del resto anche Silvio Barattini dell’Istituto Mario Negri afferma che l’influenza suina è una “malattia della povertà”, se uccide solo in Messico.
Vi sembra fantascienza? Purtroppo è tragica realtà ormai dimostrabile, perlomeno col buon senso. Comunque lo stesso Corriere della Sera del 26/4/09 ricorda le strane storie di laboratori militari USA quali Fort Dix e Fort Derrik.
Soprattutto di quest’ultimo cita non solo l’epidemia prodotta dal virus dell’influenza suina da lì “sfuggito” nel 1976, ma anche delle conseguenze devastanti del vaccino “tentato” allora. Comunque, di questa “scienza spettacolo” ricordiamo ad esempio la promessa del vaccino per l’AIDS, che viene ripetuta ogni anno, da 25 anni, tanto da far pensare che abbia ragione chi sostiene che quel virus in realtà sia sostanzialmente innocuo per i sani (sempre che esista); che si tratti di normale depressione immunitaria, magari da farmaco e che le vittime siano dovute prevalentemente alla paura di morire, se risultati positivi ad un test discutibilissimo.
Creduloni che vengono uccisi dai farmaci avvelenanti poi usati “per curare”, questo “supposto” virus di cui non esiste una foto, come invece esiste per gli altri virus. E’un’industria della salute che crea la malattia per vivere lei, uccidendo noi? E l’aviaria che fine ha fatto? … è tornata agli animali… come titola un articolo del Corriere della Sera del 26/4/09 senza neanche le scuse per la paura inutile, ma intanto… nel 2005 il Governo ha comprato (solo in Italia) oltre 100 milioni di euro dell’antivirale Tamiflù, per fronteggiare la “spaventosa epidemia”… inesistente.
Oggi Il Ministro della Difesa Ignazio La Russa ha disposto il confezionamento di 30 milioni di dosi di antivirali, mentre Il direttore di Aifa (Ag. Italiana del Farmaco) Guido Rasi cerca di frenare la corsa a questi medicinali affermando: “Non sono efficaci in via preventiva. Utilizzarli quando non si è malati significa anzi favorire la comparsa di virus resistenti”. L’azienda Roche mette a disposizione (è pronta a vendere), 3 milioni dosi di Tamiflu, la Gsk 100.000 dosi di Relenza , suo analogo farmaco . Il produttore Novartis, contattato dall’ OMS per sviluppare un vaccino, dichiara che sono necessari dai 3 ai 9 mesi. Dello stesso avviso è Sanofi Pasteur, che si è resa disponibile a lavorare alla messa a punto di un vaccino. (Il Sole 24 Ore: 23 aprile 2009)
Aggiungiamo che il Tamiflu è tuttora sotto inchiesta dell’FDA (ministero USA) dal 2007, per 1800 eventi avversi. Questi suoi effetti indesiderati sono: nausea vomito diarrea mal di testa capogiri affaticamento tosse… praticamente gli stessi dell’’influenza suina (?!) Ma si può arrivare a: convulsioni, delirio e decesso. Infatti sono stati 14 i morti tra bambini e ragazzi a causa di problemi neuropsichiatrici (suicidi) e infezioni del cervello, che nel 2007 ha portato il Giappone a vietare il Tamiflu ai bambini. Comunque è un farmaco che solo riduce la durata dei sintomi influenzali da 1 a 1 ½ giorni, secondo i dati ufficiali.
Capito il gioco? Il mistero delle varie epidemie “promesse”, dall’AIDS fino alla SARS, è decifrato nel libro “Per Restare Sani Vol.II”
In definitiva i consigli sono sempre quelli: non spaventarsi, non avvelenarsi con farmaci in genere presi con leggerezza e vaccini in particolare, scambiare affetto, cibarsi discretamente e soprattutto restare informati….altrimenti…… se va bene vi ammalano.
Trieste 3 maggio 2009, Francesco Walter Pansini
INFLUENZA SUINA, ECCO IL VADEMECUM DELL’OMS
– L’influenza suina e’ una malattia respiratoria acuta altamente contagiosa tipica dei maiali, causata da diversi virus influenzali del tipo A, con alta infettività ma bassa mortalità 1-4% (nei maiali). I virus dell’influenza suina si diffondono fra i maiali per via aerea, per contatto diretto e indiretto e attraverso portatori asintomatici. I virus dell’influenza suina possono trasmettersi tra i maiali durante tutti i mesi dell’anno, ma la maggior parte delle epidemie si manifesta nelle zone temperate nel tardo autunno e in inverno. Molti paesi sono soliti vaccinare la popolazione suina contro il virus. I virus dell’influenza suina sono piu’ comunemente quelli del sottotipo H1N1, ma nel corso degli anni sono emerse altre varianti, come ad esempio H1N1, H1N2, H3N2 e H3N1.
Sebbene i virus dell’influenza suina siano normalmente tipici della specie, prima dell’attuale allarme ci sono gia’ stati a volte casi di contagio dai suini agli esseri umani. – I sintomi sono simili a quelli della “classica” influenza stagionale e vanno da casi di infezioni asintomatiche a casi più gravi di polmonite mortale. Dato che i sintomi tipici si presentano sotto forma di influenza stagionale o di infezione acuta delle vie respiratorie, la maggior parte dei casi di influenza suina sono stati individuati casualmente tramite controlli medici di routine. In alcuni casi si e’ verificata una trasmissione tra esseri umani, ma e’ stata limitata a gruppi ristretti e a stretto contatto tra loro. Le persone non possono infettarsi mangiando carne e prodotti a base di maiale. Il virus, infatti, viene debellato a temperature di cottura di 70°, che corrispondono all’incirca alle temperature standard di cottura del maiale e delle altre carni. Non esistono vaccini in grado di contenere gli effetti dell’epidemia sull’uomo.
Non si hanno a disposizione sufficienti informazioni per poter raccomandare l’uso di farmaci antivirali per la prevenzione o la cura di questo tipo di influenza. I medici devono prendere decisioni basate su valutazioni cliniche ed epidemiologiche e sui danni e i benefici della profilassi/cura del paziente.
Allarmismo Per la stampa, già il 26/4/09 i casi di contagio in Messico sarebbero 1.004 e 70 morti ma il 27/4 l’Oms, Organizzazione Mondiale della Sanità, afferma nel suo sito ufficiale, che le vittime accertate sono lì 7. Su “The Independent” (USA) leggiamo che il pomeriggio di quello stesso giorno (26/4), il Presidente messicano Calderon ha dichiarato che più di due terzi delle 1300 persone che pensavano di essere contagiate erano state rimandate a casa con un certificato di buona salute. Il ministro messicano della Sanità, Josè Angel Cordova Saavedra, ha spiegato successivamente che l’epidemia di influenza suina è causata da «un virus mutante altamente contagioso», mentre le autorità di Città del Messico hanno annunciato una vasta campagna di vaccinazione contro la malattia. (ma il vaccino non c’è…) «Siamo di fronte ad un nuovo virus influenzale i cui sintomi sono: febbre superiore ai 39 gradi che si presenta all’improvviso, tosse, mal di testa intenso, dolori muscolari e alle articolazioni, irritazione degli occhi» ha detto Cordova. Il virus noto come H1N1, ha sottolineato il ministro, «ha subito una mutazione dai maiali agli esseri umani» ed è comparso per la prima volta circa due mesi fa nel sud degli Stati Uniti, e anche se è diverso «da quello dell’influenza aviaria, che è molto più aggressivo» non è detto che i vaccini disponibili finora risultino efficaci… In una conferenza stampa, Armando Ahued ha informato che circa un milione di dosi di vaccini saranno inviati alle autorità della capitale dal governo federale, aggiungendo però che teme che non siano sufficienti. (Evidentemente si parla del vaccino per l’influenza normale, nell’ipotesi che la compresenza dei due virus aggravi le cose). Tale vaccino certamente aumenterebbe la suscettibilità alla malattia, perlomeno per il suo mercurio e alluminio.
Negli USA, il ministro per la Sicurezza interna Janet Napolitano, che ha anche dato ordine di distribuire il 25% delle scorte degli antivirali Tamiflu e Relenza di cui gli Usa hanno a disposizione 50 milioni di dosi. (Corriere della Sera 25/4/09)
… In Italia creano anche più paura…
Il direttore del reparto di Epidemiologia dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) Stefania Salmaso… afferma che al momento, «non vi sono vaccini disponibili, poiché non si tratta di un virus di origine umana». Se l’ipotesi di una trasmissione diretta uomo-uomo fosse confermata, ciò indicherebbe, ha spiegato l’esperta, «che il rischio pandemia nell’uomo potrebbe arrivare non solo dal virus H5N1 dell’influenza aviaria degli uccelli, come finora maggiormente temuto dall’opinione pubblica, ma anche da virus influenzali tipici di specie più vicine all’uomo, come appunto i maiali»
27/4/09 ansa USA: PROCLAMATO LO STATO DI EMERGENZA per 20 casi sospetti (?!) – Gli Stati Uniti hanno proclamato lo stato d’emergenza per l’influenza da suini. Uno dei consiglieri per la Sicurezza Nazionale, John Brennan, ha confermato che sono stati accertati una ventina di nuovi casi negli Stati Uniti, anche se in quel paese muoiono 20-40.000 persone all’anno di semplice influenza (TG/ 27/4/09).
Domenica, 26 aprile. Secondo il sito dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, c’erano solo:
40 casi confermati in laboratorio di A (H1N1) negli Stati Uniti – 0 morti
26 casi confermati in Messico – 7 morti
6 casi confermati in Canada – 0 morti
1 caso confermato in Spagna – 0 morti
Inoltre, quasi tutti i nuovi casi sospetti sono stati segnalati come di lieve entità.
Mentre domenica 3 maggio…
17 paesi hanno ufficialmente segnalati 787 casi di influenza A (H1N1) infezione. Il Messico ha segnalato 506 casi umani confermati di infezione, di cui 19 decessi. Il più alto numero di casi dal Messico negli ultimi 48 ore riflette in corso la sperimentazione di campioni raccolti in precedenza. Il governo degli Stati Uniti ha segnalato 160 casi umani confermati di laboratorio, di cui uno alla morte.
Estratti del libro Per restare Sani Vol. II relativi al capitolo sull’aviaria (e Tamiflù)
2006 Trovati limiti all’uso di Tamiflu nella cura del virus H5N1
Uno studio ha dimostrato che il virus H5N1 dell’influenza aviaria è in grado di rendersi rapidamente resistente all’antivirale Tamiflu. La scoperta ha importanti implicazioni, dal momento che molti Governi stanno lavorando allo stoccaggio di milioni di dosi del farmaco, obbligatorie nella maggior parte dei paesi di provenienza della nostra immigrazione).
Ricordiamo qui un articolo apparso su La Stampa tempo fa secondo il quale “ Gli esperti sono preoccupati dalla possibilità che il virus acquisti comunque resistenza attraverso un processo naturale di scambio di geni. La prima conseguenza è stata quella di incoraggiare un blocco delle prescrizioni a pazienti sani, per limitarne un abuso o un uso improprio. Solo noi in Italia abbiamo speso 100 milioni di euro per questo misterioso farmaco antivirale, che al momento della sua “uscita”, nel 1997, non voleva nessuno, sia per i suoi importanti effetti collaterali, sia perché la dimostrazione della sua efficacia non era affatto certa.”
Quali effetti collaterali?
Su La Stampa del 18/11/06 si afferma che, in seguito alla morte di almeno 12 bambini giapponesi, che avevano ricevuto il Tamiflu, le autorità USA hanno chiesto precisazioni a quel paese, circa i 32 casi complessivi di disturbi neuro-psichiatrici, quasi tutti accaduti in Giappone. Esempi significativi sono quelli di un diciassettenne che si è buttato sotto un camion ed un ragazzo delle medie caduto dal nono piano del palazzo in cui abitava. Attualmente in Giappone, il farmaco è accompagnato dall’avvertenza che possa provocare una condotta anomala.
Farmaci per l’influenza aviaria, un affare da 20 mld di dollari
La psicosi da influenza aviaria fa crescere le industrie farmaceutiche che realizzano vaccini e antivirali. Nei primi mesi dell’anno scorso Roche, azienda produttrice dell’antivirale Tamiflu, ha fatturato oltre 650 mln di dollari (quasi 550 mln di euro); da marzo ad ottobre 2005 il titolo Roche è salito del 60%. Altre società farmaceutiche stanno lavorando alla produzione di un farmaco e di un vaccino e si dicono pronte a mettere sul mercato un vaccino sei settimane dopo il contagio, accertato, da uomo a uomo. Entro il 2009 il giro d’affari mondiale dei vaccini potrebbe superare i 20 miliardi di dollari contro i 9,6 realizzati nel 2004. Intanto sui siti Internet prospera la borsa clandestina dell’antivirale Tamiflu, che viene venduto a prezzi che raggiungono anche i 150 euro. (Il Messaggero: 18 febbraio 2006)
… e non basta, sentite questa…
Contaminazione del vaccino della Baxter (USA) con il virus dell’influenza aviaria. E’ stato un “tentativo di provocare una pandemia”?
I quotidiani della Repubblica Ceca stanno dibattendo se la sconvolgente scoperta dei vaccini contaminati con il virus mortale dell’influenza aviaria, distribuiti dall’azienda americana Baxter a 18 nazioni, indichi ciò come parte di una cospirazione volta a provocare una pandemia (epidemia mondiale). L’affermazione ha acquistato peso perché proprio stando ai protocolli dei laboratori che costituiscono una routine per i fabbricanti di vaccini, risulta praticamente impossibile miscelare a dei vaccini un virus vivo, biologicamente attivo e pericoloso. La Canadian Press riferisce che : “L’azienda che ha distribuito il materiale contaminato dal virus dell’aviaria – proveniente da uno stabilimento in Austria – ha confermato venerdì che il prodotto, in via di sperimentazione, conteneva virus vivi H5N1 dell’influenza aviaria.” I vaccini della Baxter contaminati da H5N1 – altrimenti nota come forma umana dell’influenza aviaria, una delle armi biologiche più mortali al mondo avendo un tasso di mortalità del 60% – sono stati ricevuti da laboratori nella Repubblica Ceca, Germania e Slovenia. Inizialmente, la Baxter ha cercato di ostacolare la discussione accampando “segreti commerciali” e si era rifiutata di rivelare come i vaccini fossero stati contaminati dall’ H5N1. Al crescere delle pressioni, hanno quindi sostenuto che fossero state inviate per errore partite pure di H5N1. Questo è considerato, a ragione, un tentativo di cambiare rapidamente la storia e di nascondere il fatto che la contaminazione accidentale di un vaccino da parte di un agente mortale, quale è il virus dell’influenza aviaria, sia praticamente impossibile e che l’unico modo col quale potrebbe essere successo è per deliberata e totale negligenza criminale.
Stando alla traduzione degli articoli stampati sui quotidiani cechi, i media stanno sollevando interrogativi inquietanti relativi all’ipotesi che la contaminazione fosse parte di un piano deliberato volto a scatenare una pandemia [ = epidemia con estensione mondiale, ndt ].
“E’ stata solo una negligenza criminale o è stato un tentativo di provocare una pandemia usando la vaccinazione contro l’influenza quale modo per diffondere la malattia – come successe con le vaccinazioni anti epatite B i cui vaccini negli USA contenevano il virus dell’ HIV – per poi far soldi con i vaccini contro l’H5N1 che sono stati messi a punto dalla Baxter ? Come è mai possibile al mondo che un virus quale l’H5N1 finisca dentro dei comuni vaccini antinfluenzali ? Nelle aziende farmaceutiche americane non vengono seguite nemmeno le più elementari precauzioni ?”
La prova del crimine è il fatto che la Baxter ha mescolato il virus mortaleH5N1 con una miscela di virus influenzali stagionali H3N2. Di suo, il virus H5N1 è meno volatile e meno facile alla diffusione, però, se combinato con virus influenzali stagionali, che come tutti sanno sono incredibilmente volatili e facilmente diffondibili, ne deriva è un’arma biologica potente, fortemente volatile ed incredibilmente mortale. Come spiega l’articolo della Canadian Press : ” Mentre l’H5N1 non può infettare facilmente le persone, l’H3N2 lo fa. Se qualcuno, esposto ad una miscela dei due, si ritrova simultaneamente infettato dai due ceppi, può fungere da incubatrice per un virus ibrido in grado di trasmettersi facilmente fra, ed alle, altre persone. Come evidenzia Mike Adams, esperto della salute : ” La risposta sconvolgente è che questo non può essere stato un incidente. Perchè ? Perchè la Baxter International aderisce ad una cosa che si chiama BSL3 ( Biosafety Level 3 ), un insieme di protocolli di sicurezza per i laboratori che servono a prevenire le contaminazioni incrociate fra i diversi materiali”, come spiegato su Wikipedia Per spiegare questi eventi, restano solo due possibilità :
Possibilità n° 1 : La Baxter non stava adottando le procedure di sicurezza BSL3 o è così approssimativa nel seguirle che può commettere errori madornali che mettono in pericolo la sicurezza dell’intera razza umana. In questo caso, perchè vengono somministrati ai nostri bambini vaccini prodotti con materiali della Baxter ?
Possibilità n° 2 : nella Baxter c’è un dipendente imbroglione ( od un piano diabolico delle alte sfere direttive ), nel qual caso nel materiale da vaccinazione sono stati intenzionalmente inseriti dei virus vitali dell’influenza aviaria nella speranza che tali materiali potessero essere iniettati negli esseri umani e dessero inizio ad un’epidemia mondiale di influenza aviaria.
La diffusione dell’influenza aviaria avrebbe causato un’istantanea domanda esponenziale di vaccini contro l’influenza aviaria, i profitti che le aziende produttrici, quali la Baxter International, ne avrebbero tratto sarebbero stati astronomici. Qualora si dovesse verificare una epidemia mondiale di aviaria, le autorià sia europee che americane, hanno piani dettagliati e noti per l’imposizione della legge marziale, della quarantena e dell’internamento. E’ stato rivelato che nel 2006 la Bayer Corporation ha scoperto che una sua medicina da iniettare per la cura degli emofiliaci, era stata contaminata dal virus dell’HIV. Una documentazione interna prova che dopo che seppero per certo che il farmaco era contaminato, lo tolsero dal mercato USA per rifilarlo ai mercati europeo, asiatico e dell’america latina, esponendo deliberatamente migliaia di persone, la maggior parte delle quali bambini, al virus vitale dell’HIV. In Francia, esponenti ufficiali del governo finirono in galera per aver permesso la distribuzione del farmaco. Paul Joseph Watson
L’articolo originale è di PrisonPlanet | 05 marzo 2009. Traduzione per EFFEDIEFFE.com a cura di Massimo Frulla.
… infine … vendesi virus su Internet. Bastano 500 euro (estratto dell’articolo)
Per imbattersi in un virus dell’influenza suina non occorre aspettare l’arrivo dell’epidemia. È sufficiente ordinare, esclusivamente online o via fax, un fiala del relativo ceppo di tipo A e sottotipo H1N1, al supermarket dei microorganismi infettivi dell’Atcc ( oppure a www.beiresources.org ). Il leader mondiale per la distribuzione di materiale biologico, meglio noto come American Type Culture Collection. Al prezzo di 598 euro, tempo i 5 giorni della spedizione, anche un privato può così ritrovarsi in mano un’arma capace di contagiare l’intero pianeta, con le istruzioni per maneggiarla. Senza contatti personali, o supervisione preventiva da parte di governi e controllori terzi. Firmando una semplice liberatoria in cui si giura che il campione, acquistabile con carta di credito su internet, verrà adoperato a scopi professionali o di ricerca. La banca biologica dell’Atcc comprende decine di migliaia tra patogeni, bacilli, batteri, linee cellulari, colture, ibridi, sostanze tossiche, e oltre 2000 virus, inclusi quelli più letali per l’uomo. Alcuni flaconi di colera suino, botulino e antrace targati Atcc furono rinvenuti persino all’università di Bagdad, dopo la caduta del regime. La sede del deposito centrale è a Manassas in Virginia. Ma uno stock di 5000 fialette è a disposizione (per ordini rapidi) delle 7 sedi affiliate del distributore europeo. Una delle quali si trova in Italia: in provincia di Milano, a Sesto S.Giovanni via Venezia 23.
Influenza suina…
Prima di impostare l’ordine d’acquisto, spulciamo sul catalogo Atcc la lista degli Animal virus. Alla voce Swine influenza, influenza suina, figurano cinque prodotti, ognuno contraddistinto da una sigla. …..Il virus influenzale siglato Vr-897, ceppo A/New Jersey/8/76, è addirittura il capostipite storico di tutte le epidemie suine: quello manifestatosi nel 1976 nell’istallazione militare di Fort Dix, New Jersey, mietendo vittime tra i soldati. Vr825 e Vr1520 sono invece influenze umane di cui si dimostra la reazione incrociata con l’influenza suina H1N1. Alla fiera degli agenti contagiosi non mancano inoltre lo Swinepox virus (vaiolo dei maiali), gli Erysipelas bacteria suini, e innumerevoli varietà di influenze bovine, feline, canine, equine, aviarie (influenza A dell’anatra, Vr1331). Per non parlare dei ceppi di virus mortali e veleni, disponibili attraverso un secondo deposito gemello gestito da Atcc (www.beiresources.org). Nomi spesso esotici che evocano scenari apocalittici. Ognuno col suo codice per l’acquisto. Dal batterio della peste (Yersinia pestis) e della tubercolosi all’encefalite, dalla febbre del Dengue al West Nile. E poi Sin Nombre, Hantaan, Lumbo, Trivittatus, S.Angelo, Inkoo, Tahyna, Melao, Trocara e Febbre gialla. O ancora Polio, Vaiolo, Papillomavirus, Staffilococco aureo. E le neurotossine di Antrace, Botulino, Ricina,
Rispetto delle regole
Nelle note a piè di pagina ci avvertono che «spetta all’acquirente la responsabilità per il rispetto delle regole locali sui prodotti Atcc, non intesi per l’uso sull’uomo». Lo stesso si legge nel Material transfer agreement e nel Customer acceptance of responsibility form 62, scaricabili in rete: «Il compratore è l’unico responsabile del rispetto di leggi, statuti, ordinanze, regolamenti, stranieri, domestici, federali, statali». Mentre il deposito di Manassas è guardato a vista, a chi prenota il virus della suina la sezione Livelli di biosicurezza comunica ciò che segue: «I prodotti Atcc vengono inviati a condizione che siate i soli responsabili per il loro corretto stoccaggio, trattamento e utilizzo. Atcc non è responsabile per danni o ferite risultanti dall’uso dei materiali. «Fa carico al ricevente la responsabilità di garantire l’appropriato contenimento per il laboratorio dove si svolgeranno le manipolazioni». Il rimando a un’infarinatura di biosicurezza è alla guida del sito del Center for disease control. Per attivare l’ordine resta soltanto da compilare un breve modulo(application form).
Spediti a domicilio
Comodamente a domicilio vengono spediti anche reagenti, membrane, nucleotidi, farmacopea, vettori e kit. In una parola l’occorrente. I tempi dell’idealismo no profit sono lontani. Il 41% dei 17.000 compratori è privato (e il 25% non americano). È la stessa Atcc ad ammettere che la biotecnologia è caratterizzata da una visione molto più commerciale che in passato. Termini quali licenza, benchmark e soddisfazione del cliente sono diventati pane quotidiano. Tutto normale se si trattasse di una fabbrica di saponette. Ma qui vendono virus.
Pochi giorni fa gli scienziati di Fort Detrick nel Maryland, già luogo di ricerca del sospettato n.1 delle buste all’antrace, hanno denunciato la sparizione di 3 esemplari di virus dell’influenza equina.
di Francesco Ruggeri 01/05/09 Fonte: libero-news.it
… e qui terminiamo con…
DNA e roulette russa… Dal 1975 in poi si scopre che i virus ad RNA cancerogeni o meno, presenti negli animali (che quindi sono arrivati e arrivano a noi come inevitabili “impurità” di alcuni vaccini), hanno la possibilità di produrre elementi di DNA chiamati provirus, che si integrano facilmente con il nostro (studi del dott. Robert Simpson della Rutger University) e tanto peggio se sono virus cancerogeni come l’SV40. Questa nostra alterazione può restare silente per molti anni e poi produrre una patologia. L’ipotesi più interessante però riguarda le malattie autoimmunitarie. Sulla rivista “Posgraduate Medicine” del maggio 1962, si afferma: “Sebbene un organismo non crei in genere degli anticorpi contro i propri tessuti, sembrerebbe che una lieve modificazione delle caratteristiche antigeniche dei tessuti possa renderli estranei, giustificando così la formazione di anticorpi specifici contro questi”. Nel 1971 si seppe di esperimenti che dimostrarono la facilità di scambio tra batteri di specie diverse, come tra batteri e piante ed anche l’uomo. L’ipotesi conseguente è che sia facile una mutazione genetica di organi umani [Leon Chaitow ]. (Tratto dal libro “Vaccinazioni? Forse no”)
Guerra biologica
Gli israeliani stanno cercando di identificare geni esclusivamente specifici degli arabi. Lo scopo: “creare per manipolazione genetica dei microrganismi che aggrediscano solo gli individui portatori di quegli specifici geni”. Non stiamo citando un romanzo di fantascienza né di fantapolitica, e nemmeno le elucubrazioni di complottisti paranoici. La notizia apparve il 15 novembre 1998 sul Sunday Times, l’inserto domenicale del Times di Londra, il più serio dei giornali britannici.
Il Times riportava che gli esperimenti erano in corso nel vasto centro di Nes Tziyona, sede dei laboratori militari più segreti di Israele, con installazioni per lo più sotterranee che coprono sei ettari. Citava un (anonimo) ricercatore israeliano, che riconosceva: “la comune origine semitica di arabi e israeliani rende il compito più difficile. Tuttavia, siamo riusciti a identificare certe caratteristiche particolari nel profilo genetico di certe popolazioni arabe, specificamente negli iracheni”.
Effettivamente, un’arma che colpisca una specifica razza umana e solo quella è molto difficile da sviluppare. Il DNA di ogni uomo, giallo, nero o bianco, è simile al 99,9 per cento a quello di ogni altro uomo sulla terra, di qualunque colore sia. Il DNA degli europei è composto al 65% del patrimonio genetico degli asiatici e al 35% di DNA africano, il che fa della “razza bianca” un ibrido delle due “razze” più antiche.
La ricerca di un’arma genetica razziale dovrebbe dunque concentrarsi su quello 0,1 per cento di differenze nella sequenza del genoma, che fa ciascuno di noi diverso da ciascun altro. Poco? Ma quello 0,1 per cento rappresenta pur sempre, nell’affollata catena del DNA umano, diverse decine di migliaia di componenti elementari. C’è un consorzio farmaceutico privato, il SNP (3), che sta lavorando proprio sui polimorfismi dei singoli nucleotidi ” insomma su quello 0,1 per cento di “diversità” genetica ” e sta cercando proprio le variazioni riscontrabili da gruppo a gruppo, da etnía ad etnía. Perché nonostante tutto le differenze razziali esistono. Certe malattie colpiscono più frequentemente una razza, e risparmiano l’altra. Certi caratteri costanti nella disposizione e nella quantità di muscoli, grasso, pigmentazione della pelle, eccetera, sono visibili ad occhio nudo. Questi caratteri devono avere qualche corrispondenza nei geni. E’ qui che la ricerca è promettente.
Un profano faticherà a crederlo. E soprattutto ad essere creduto. Meglio lasciare la parola agli esperti, che da tempo ” da anni ” mettono in guardia contro quel certo tipo di ricerche. Nel 1993 un gruppo di biologi preoccupati, la Rural Advencement Foundation International, già sottolineava che la “raccolta e catalogazione di materiale genetico umano”, quale è il Progetto Genoma, avrebbe finito per rendere realizzabili dei virus specificamente diretti contro una etnía umana (4).
Nel 1996 fu un ente molto più ufficiale, la British Medical Association, a lanciare lo stesso allarme. La dottoressa Vivienne Nathanson, che nell’associazione medica guida il comitato etico, pubblicamente denunciò che “è oggi possibile” produrre armi biologiche che abbiano come bersaglio un gruppo umano geneticamente specificato. E suggerì che tali armi potevano essere usate non per uccidere, ma per indurre sterilità e deformazioni neonatali nel gruppo-bersaglio: un metodo di genocidio che, disse, sarebbe difficile denunciare, perché potrebbe sembrare un “atto di Dio” (5). Nel 1999 l’associazione dei medici inglesi è tornata ad avvertire, con più urgenza, del rischio: “negli ultimi decenni i rapidi progressi (6) della biologia molecolare hanno reso trasferibile da una specie all’altra e fra differenti organismi il materiale ereditario (DNA).
Negli anni ’80, il governo del Sudafrica, il governo dell’apartheid, finanziò un programma segreto di guerra biologica, chiamato “Project Coast”, dove cercò di mettere a punto un’arma genetica mirata alla popolazione nera. Una “bomba negra”, per uccidere o debilitare solo gli africani. Pare che studi accurati fossero fatti, in quella sede, sulla pigmentazione epidermica come “bersaglio” possibile. Si cercò anche un farmaco capace di provocare l’infertilità, e che potesse essere somministrato agli africani in modo surrettizio, magari sotto il pretesto di una vaccinazione di massa.
Tutto ciò è stato scritto nero su bianco non già in un romanzo fantapolitico, bensì su un rapporto che la US Air Force ha pubblicato nell’aprile 2001 (7). Gli autori danno conto dello smantellamento di quei programmi segreti, che in ogni caso non condussero a nulla di conclusivo. Ma si domandano: “quanto vicino è arrivato il Sudafrica ad una ‘bomba negra’? Altri paesi stanno sviluppando armi biologiche simili?” (8)
Converrà ricordare che Israele non ha mai firmato la Convenzione contro le armi batteriologiche del 1972, sottoscritta da 140 paesi. Un portavoce israeliano, interrogato da giornalisti esteri sulla “bomba etnica”, rispose: “abbiamo un intero cesto di sorprese strategiche che non esiteremo ad usare se lo stato d’Israele sarà gravemente minacciato” (10). (estratto da uno scritto di Maurizio Blondet)